L’intelligenza emotiva è una capacità innata, presente in ognuno di noi, fondata su alcune abilità personali:
- autoconsapevolezza: la capacità di riconoscere le emozioni mentre le stiamo provando;
- gestione emotiva: la capacità di decidere consapevolmente come vogliamo comportarci;
- automotivazione: la capacità di indirizzare le proprie risorse emotive e cognitive verso obiettivi definiti;
- empatia: la capacità di riconoscere le emozioni che provano le altre persone e farsene partecipi;
- capacità di leggere il linguaggio del corpo: postura, gestualità, espressioni del volto.
Nel caso in cui l’emozione prenda il sopravvento sulla razionalità ci guiderà nelle nostre azioni, con esiti che tuttavia non sono sempre quelli desiderati. Quando siamo particolarmente arrabbiati e perdiamo il controllo, potrebbe accadere che l’aggressività guidi il nostro comportamento, incrinando le nostre relazioni.
Esser capaci di gestire la rabbia non significa reprimerla o trattenerla ma trasformare quest’energia emotiva in azione costruttiva, che risolva anche gli eventuali conflitti. Diventare consapevoli di ciò che proviamo ci aiuta a riconoscere anche i propri bisogni emotivi per evitare che rimangano a lungo inascoltati o insoddisfatti, così da generare malessere e profonde frustrazioni.
La capacità di esprimere in modo assertivo ciò che proviamo e ciò che desideriamo (necessità, intenzioni, richieste), tenendo conto dei sentimenti e delle emozioni degli altri, favorisce una comunicazione efficace.
Con l’intelligenza emotiva è possibile trattare diversi ambiti educativi e relazionali, come ad esempio i rapporti genitori-figli, insegnanti-studenti, le relazioni di coppia e tra colleghi di lavoro, in tal caso con riferimento anche al particolare ambiente aziendale.
E’ dalla qualità delle nostre relazioni che possiamo leggere il nostro grado di intelligenza emotiva: le “abilità del cuore” migliorano la nostra vita.